Tassi usurari

La legge italiana negli ultimi anni ha regolamentato l’ammontare dei tassi d’interesse sui mutui allo scopo di evitare l’applicazione da parte degli istituti di credito dei cosiddetti TASSI USURAI, ossia sproporzionati al servizio offerto. In particolare vengono stabiliti periodicamente due TASSI SOGLIA, uno per i mutui a tasso variabile e uno per quelli a tasso fisso, superati i quali il finanziamento viene considerato usuraio, con tutte le conseguenze penali che ne conseguono e la perdita del diritto ad ottenere qualsiasi interesse sulla somma finanziata.

La definizione di questi tassi soglia è affidata al Ministero del Tesoro, che rileva trimestralmente la media dei tassi applicati alla clientela nei 3 mesi precedenti, mentre la pubblicazione avviene anche online mediante il sito del ministero del tesoro www.dt.tesoro.it, nell’apposita sezione “prevenzione dei reati finanziari”. I valori pubblicati hanno valenza solo per il trimestre a cui afferiscono, per questo, come stabilito dalla Legge 24/2001, nel caso in cui la soglia del tasso usuraio dovesse scendere al di sotto del tasso di finanziamento con cui si è stipulato un mutuo in precedenza, quest’ultimo non sarebbe considerato usuraio.

COME SI CALCOLA L’USURA

Fino alle nuove misure era considerato usuraio quel tasso che superava di oltre il 50% il tasso effettivo globale medio (TEGM) praticato sul mercato, esso comprende interesse nominale e tutti gli altri costi che incidono sull’operazione. Ad OGGI il tasso soglia viene calcolato aumentando del 25% il TEGM a cui si deve aggiungere un margine fisso del 4% (con una differenza massima dell’8% tra tasso medio e massimo).

ESEMPIO NUMERICO:

– tasso medio per un mutuo a tasso fisso: 5%

– tasso d’usura con il nuovo metodo (ad oggi): 5% + (25% di 5) + 4% = 6%+1,25%+4%= 11,25%

– tasso d’usura con il vecchio metodo: 5% + (50% di 5) = 6%+2,5% = 8,5%.