Il MUTUO a seconda della tipologia del tasso d’interesse pattuito può essere:

1- A TASSO FISSO: quando il tasso d’interesse stabilito al momento del contratto rimane immutato per tutta la durata del finanziamento. Tale tasso viene calcolato dagli istituti di credito mediante la somma del parametro di riferimento, solitamente il tasso IRS (Interst Rate Swap) che è il tasso applicato in sede interbancaria sulle operazioni, e uno spread (maggiorazione espressa in punti percentuali) che rappresenta il guadagno del finanziatore.

2- A TASSO VARIABILE: quando il tasso d’interesse varia in relazione all’andamento del mercato dei tassi. Questo tasso viene calcolato tramite la somma di uno spread, applicato dal finanziatore, e dal tasso di riferimento, che in questo caso è solitamente l’EURIBOR (European Interbank Offered Rate) che rappresenta il costo medio dei depositi interbancari del pool delle banche europee che costituiscono il suo comitato di gestione.

3- A TASSO MISTO: quando il mutuatario può passare da una rata costante (cioè con il tasso fisso) ad una invece variabile durante la vita del contratto e viceversa.

QUALE TASSO SCEGLIERE ALLORA?

Non vi è un tasso più conveniente a prescindere, ma vi può essere una scelta migliore in base alle esigenze dell’operazione da effettuare. Vediamo VANTAGGI e SVANTAGGI con ogni tasso:

– il FISSO risulta vantaggioso se, dopo la stipula del contratto, si verifica un generalizzato aumento dei tassi, il contrario se invece i tassi diminuiscono. Nella pratica questo tasso si associa a contratti di lunga durata con cui si riesce a mitigare l’importo della rata.

– Il VARIABILE espone chi richiede il mutuo al rischio di incrementi della rata in relazione a rincari del costo del denaro, di contro, a parità di scadenza e di importo erogato, la rata iniziale risulta, anche in maniera significativa inferiore a quella derivante dall’applicazione di un tasso fisso. Di solito questo tasso è associato a mutui con scadenza non molto prolungate.

– Il MISTO conferisce la possibilità di gestire in modo dinamico il rischio di tasso sulla base delle aspettative circa l’andamento del costo del denaro, contenendo gli effetti dei rialzi in caso di tasso variabile ovvero di ribassi in caso di tasso fisso. La facoltà tuttavia non è priva di costi aggiuntivi da riconoscere alla banca.